DOMANDE FREQUENTI SULLA VIDEOSORVEGLIANZA

 

Sempre più spesso riceviamo richieste per impianti di videosorveglianza in ambito residenziale/condominiale.

 

Abbiamo quindi sentito la necessità di fare un sunto di quanto già stabilito dai regolamenti europei circa il modo in cui tali sistemi devono essere installati per non ledere il diritto alla privacy delle persone che possono essere riprese.

 

Quali sono le norme che regolano la videosorveglianza?

I sistemi di videosorveglianza trovano la fonte della loro normazione nel corposo e noto GDPR (General Data Protection Regulation), il regolamento generale sulla protezione dei dati europeo del 2016, operativo dal 25 maggio 2018. Al suo interno è normata l'esistenza del Comitato Europeo per la protezione dei dati (EDPB, European Data Protection Board), il quale ha facoltà di pubblicare linee guida, raccomandazioni e prassi migliori al fine di promuovere l'applicazione coerente del GDPR.

Nel caso specifico, il comitato ha pubblicato e adottato il 29 gennaio 2020 le linee guida che raccolgono e spiegano in modo più chiaro quali sono le norme che regolano il trattamento dei dati personali attraverso i dispositivi video, che includono la videosorveglianza. Norme che sono state recepite, ovviamente, anche dal Garante per la protezione dei dati personali italiano (GPDP).

 

Serve un’autorizzazione per installare un sistema di videosorveglianza?

No. Non c’è un’autorità, come per esempio il GPDP, che debba autorizzare le singole installazioni dei sistemi, ma vale il principio di responsabilizzazione del titolare del trattamento, in questo caso colui che usa le videocamere di sorveglianza. Pertanto occorre conoscere bene la legislazione e come adeguarsi ad esse, individuando i prodotti più idonei ad ogni specifica situazione ed installandoli in base a quanto previsto dalla legge, per non rischiare di incorrere in denunce di natura inevitabilmente PENALE!

 

C’è una differenza nel regolamento nel caso di una videosorveglianza a carattere domestico?

Sì, ma bisogna fare attenzione. Le linee guida del comitato prevedono una deroga per le attività a carattere domestico circa il trattamento dei dati personali attraverso dispositivi video. 

Bisogna specificare che, di base, il GDPR non si applica al trattamento di dati personali effettuato da una persona fisica nell'ambito di attività a carattere esclusivamente personale o domestico, quindi senza una connessione con un'attività commerciale o professionale.

Tuttavia, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che un sistema di videosorveglianza, nella misura in cui comporta la registrazione e la conservazione costanti di dati personali e siestende, anche se solo parzialmente, allo spazio pubblico, e pertanto è diretto verso l’esterno della sfera privata della persona che procede al trattamento dei dati, non può essere considerato un’attività esclusivamente “personale o domestica.

Per mantenere il carattere domestico dell'installazione diventa quindi fondamentale il posizionamento e soprattutto l'area ripresa dalle videocamere.

 

Dove è possibile installare le videocamere?

Le videocamere di un sistema di sorveglianza privato a carattere domestico possono coprire solo l’angolo di visuale che riguarda le pertinenze del titolare del trattamento. Non è permesso quindi installare una videocamera a carattere domestico che riprenda, anche solo in parte, aree pubbliche o pertinenze comuni, anche se riprende senza registrare.

 

Quindi posso riprendere il mio cortile condiviso con altri?

No. Non è possibile riprendere aree condominiali comuni o di terzi. Dunque, se un’area è usata per il passaggio di persone che non riguardano le pertinenze del titolare del sistema di videosorveglianza, quell’area non può essere monitorata se si vuole mantenere il carattere domestico della videosorveglianza.

 

Nella ripresa dell’area di mia pertinenza ci finisce anche un piccolo spazio pubblico, un’area comune o di terzi. Sono in regola?

La videosorveglianza per uso domestico non può estendersi, neppure parzialmente, a uno spazio pubblico o a una proprietà confinante. Nel caso in cui lo facesse rientrerebbe nell’applicazione del GDPR perché, anche se il titolare del trattamento non è un’attività commerciale o professionale, l’uscita dalla sfera privata attiverebbe le restrizioni. In questo caso potrebbe essere necessario affidarsi a un istituto di vigilanza che diventerebbe il responsabile del trattamento dei dati privati.

L'unico modo per far convivere il carattere domestico per la ripresa di aree di terzi o pubbliche è prevedere sistemi che possano oscurare le zone non di propria pertinenza.

 

E se la mia porta di casa dà direttamente sul marciapiede? Per esempio, un portone?

Anche in questo caso la ripresa perderebbe la caratteristica "domestica" perché avrebbe accesso a spazi pubblici. In questo caso potrebbe essere necessario installare la videocamera all'interno dell'androne, in modo da monitorare comunque l'ingresso, ma senza una visione diretta verso l'esterno. Ovviamente, l'androne non deve essere uno spazio comune o di terzi.

 

Devo usare degli avvisi contestualmente all’installazione di un sistema di videosorveglianza?

Nì. Nel caso in cui la videosorveglianza esterna sia confinata alle proprie pertinenze è sufficiente, e facoltativo, un cartello informativo che spieghi alle persone qual è la zona videosorvegliata, e non è necessario indicare esattamente la posizione della videocamera.

Il comitato europeo ha realizzato un cartello base che rispetta la normativa, e che può essere usato anche nel caso la videosorveglianza perda il suo carattere domestico.

Ricordiamo ancora una volta che il carattere domestico viene perso se la videosorveglianza si estende, anche se solo parzialmente, allo spazio pubblico. In questo caso è necessaria una valutazione della tutela dei dati personali complessiva e potrebbe essere necessario affidarsi a una società di installazione per il sistema di videosorveglianza o a un'sitituto di vigilanza.

 

E se uso videocamere di sorveglianza all’interno dell’abitazione cambia qualcosa?

Le regole restano sostanzialmente quelle delle videosorveglianza esterna, ma il titolare del trattamento deve comunque rendere noto a collaboratori fissi oppure occasionali come colf o babysitter che in casa ci sono videocamere che possano riprenderli.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha messo a disposizione un’infografica aggiornata a gennaio 2022 in cui riassume i punti principali da seguire per essere in regola con l’installazione di un sistema di videosorveglianza da parte di persone fisiche.

 

Nota Copyright: il presente materiale informativo è stato tratto da un articolo di Sergio Donato, pubblicato sul sito www.dday.it il 23/03/2022